
Da questo articolo parte la mia riflessione odierna. Qualcuno potrà non essere d'accordo, e ci mancherebbe, è il mio pensiero, non il vostro.
Fino a quando non son rimasta incinta, sono stata una fervente credente nel non-matrimonio e nel non-avrò figli. Poi son rimasta incinta e ho partorito un ragnetto che oggi è diventato un maschietto bellissimo di 4 anni e mezzo (e lui ci tiene a quell' "e mezzo" perché fa la differenza su quelli di 4 anni eh, scherziamo!). I primi tre anni e passa son stati tostissimi: pannolini, pappe, avere centomila occhi, cercare di capire cosa volesse quando piangeva non è stato facile. Son venuta a vivere in Lombardia lasciando i miei amici a Roma e quindi non avevo una "cricca" qui: rifarmi delle amicizie in questa condizione è stata alquanto difficile. Vita sociale (un po' perché - appunto - non avevo amici qui e un po' perché si viene assorbiti del tutto dal mestiere di genitore) ho ricominciato a farla da un annetto a questa parte: ovviamente parlo di uscite pianificate con un certo anticipo perché quando si è mamma non puoi uscire tutte le volte che vorresti e fino all''ora che vorresti. Quindi, no, avere figli non è una passeggiata. Comporta sacrifici e spesso con tutte le cose che devi fare per tuo figlio perdi la cognizione del fatto che tu sei sì un genitore, ma sei anche un partner e sei anche un individuo. Io parto dal presupposto che se ti dimentichi di questi ultimi due ruoli, non puoi essere un buon genitore perché non puoi mettere da parte i tuoi interessi personali e di coppia per anni e rispolverarli quando i figli escono di casa (e ormai escono tardi dalla famiglia) o quando vai in pensione, perché son tutte rinunce che ti fan crescere un certo malessere interiore e questo malessere interiore da qualche parte devi sfogarlo. Se l'unica cosa che stai facendo in questo momento è essere mamma o papà ecco che qualche volta quando sei stanco sbotti per un nonnulla con tuo figlio (e questo non è giusto).
Solitamente le mamme sono sempre piuttosto restìe a uscire di casa lasciando i figli a casa col marito o con la babysitter di turno per via di mille paranoie: "non sono una brava mamma se faccio così", "sarà mio marito capace di tener il piccolo?", "nessuno meglio di me può badare a lui" ecc ecc. Cazzate. Prima di tutto, i figli non sono costole nostre, sono creature che da grandi dovranno diventare individui il che significa che dovranno cavarsela da soli quando non ci saranno mamma e papà a parar loro il culo, quindi meglio abituarli a cavarsela fin da piccoli. Se li tieni attaccati alla tua gonna ogni secondo della tua giornata, non li aiuti di certo. Non dico che a sei mesi devi dargli l'omogeneizzato ed un cucchaino e dirgli: "Toh, ora ti arrangi", ma tocca trovare la giusta via di mezzo se vuoi che da grande sia una persona con fiducia nelle proprie capacità e che non pianga su se stesso. Quindi ben venga lasciarlo ogni tanto col papà (i papà di oggi son bravissimi coi bimbi), coi nonni o con un estraneo alla famiglia, l'importante è mostrare fiducia nelle persone che lo accudiranno: i bambini non son scemi, han mille risorse.
Poi, tocca avere un compagno/a abbastanza intelligente da capire che quel che volete non è mandare a quel paese la famiglia, ma fare in modo di essere positiva/o all'interno della famiglia e quindi coltivare anche la propria persona e la coppia. Se è abbastanza intelligente da capire che è una cosa che deve fare anche lui/lei, allora siete a cavallo. Allora riuscirete, PARLANDO E COMUNICANDO (che è un altro errore che molte coppie commettono: quando c'è un problema non lo affrontano insieme, ma separatamente, oguno a modo suo - modi forse addirittura diversi - serbando anche magari rancore perché "l'altro/a non lo aiuta"...eh, ma tu gliel'hai chiesto l'aiuto?) a trovare spazio per voi stessi, per il vostro matrimonio e per vostro figlio.
Il pericolo qual è? E' che dopo l'esperienza - bellissima e impegnativa del primo figlio - quando finalmente potete tirare un sospiro di sollievo perché ora potete permettervi di uscire, ecc ecc non ne vogliate un secondo perché finalmente state bene. Ecco, questa è la mia situazione e sinceramente non credo di uscirne...perché sto troppo bene così :-P
2 commenti:
Un solo ma poderoso clap, da terremoto. Brava.
Menzione speciale a "ma tu gliel'hai chiesto l'aiuto?". In generale le donne - non è il tuo caso, ma in generale - non chiedono esplicitamente, s'aspettano che l'omo abbia l'intuito femminile che, ma va'?, non hanno.
Per quanto riguarda "non ne vogliate un secondo", intendevi forse "ne vogliate un secondo"?
No no intendevo proprio "non ne vogliate" hihi
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