mercoledì 20 agosto 2008

I figli danno la felicità?


Da questo articolo parte la mia riflessione odierna. Qualcuno potrà non essere d'accordo, e ci mancherebbe, è il mio pensiero, non il vostro.

Fino a quando non son rimasta incinta, sono stata una fervente credente nel non-matrimonio e nel non-avrò figli. Poi son rimasta incinta e ho partorito un ragnetto che oggi è diventato un maschietto bellissimo di 4 anni e mezzo (e lui ci tiene a quell' "e mezzo" perché fa la differenza su quelli di 4 anni eh, scherziamo!). I primi tre anni e passa son stati tostissimi: pannolini, pappe, avere centomila occhi, cercare di capire cosa volesse quando piangeva non è stato facile. Son venuta a vivere in Lombardia lasciando i miei amici a Roma e quindi non avevo una "cricca" qui: rifarmi delle amicizie in questa condizione è stata alquanto difficile. Vita sociale (un po' perché - appunto - non avevo amici qui e un po' perché si viene assorbiti del tutto dal mestiere di genitore) ho ricominciato a farla da un annetto a questa parte: ovviamente parlo di uscite pianificate con un certo anticipo perché quando si è mamma non puoi uscire tutte le volte che vorresti e fino all''ora che vorresti. Quindi, no, avere figli non è una passeggiata. Comporta sacrifici e spesso con tutte le cose che devi fare per tuo figlio perdi la cognizione del fatto che tu sei sì un genitore, ma sei anche un partner e sei anche un individuo. Io parto dal presupposto che se ti dimentichi di questi ultimi due ruoli, non puoi essere un buon genitore perché non puoi mettere da parte i tuoi interessi personali e di coppia per anni e rispolverarli quando i figli escono di casa (e ormai escono tardi dalla famiglia) o quando vai in pensione, perché son tutte rinunce che ti fan crescere un certo malessere interiore e questo malessere interiore da qualche parte devi sfogarlo. Se l'unica cosa che stai facendo in questo momento è essere mamma o papà ecco che qualche volta quando sei stanco sbotti per un nonnulla con tuo figlio (e questo non è giusto).
Solitamente le mamme sono sempre piuttosto restìe a uscire di casa lasciando i figli a casa col marito o con la babysitter di turno per via di mille paranoie: "non sono una brava mamma se faccio così", "sarà mio marito capace di tener il piccolo?", "nessuno meglio di me può badare a lui" ecc ecc. Cazzate. Prima di tutto, i figli non sono costole nostre, sono creature che da grandi dovranno diventare individui il che significa che dovranno cavarsela da soli quando non ci saranno mamma e papà a parar loro il culo, quindi meglio abituarli a cavarsela fin da piccoli. Se li tieni attaccati alla tua gonna ogni secondo della tua giornata, non li aiuti di certo. Non dico che a sei mesi devi dargli l'omogeneizzato ed un cucchaino e dirgli: "Toh, ora ti arrangi", ma tocca trovare la giusta via di mezzo se vuoi che da grande sia una persona con fiducia nelle proprie capacità e che non pianga su se stesso. Quindi ben venga lasciarlo ogni tanto col papà (i papà di oggi son bravissimi coi bimbi), coi nonni o con un estraneo alla famiglia, l'importante è mostrare fiducia nelle persone che lo accudiranno: i bambini non son scemi, han mille risorse.
Poi, tocca avere un compagno/a abbastanza intelligente da capire che quel che volete non è mandare a quel paese la famiglia, ma fare in modo di essere positiva/o all'interno della famiglia e quindi coltivare anche la propria persona e la coppia. Se è abbastanza intelligente da capire che è una cosa che deve fare anche lui/lei, allora siete a cavallo. Allora riuscirete, PARLANDO E COMUNICANDO (che è un altro errore che molte coppie commettono: quando c'è un problema non lo affrontano insieme, ma separatamente, oguno a modo suo - modi forse addirittura diversi - serbando anche magari rancore perché "l'altro/a non lo aiuta"...eh, ma tu gliel'hai chiesto l'aiuto?) a trovare spazio per voi stessi, per il vostro matrimonio e per vostro figlio.

Il pericolo qual è? E' che dopo l'esperienza - bellissima e impegnativa del primo figlio - quando finalmente potete tirare un sospiro di sollievo perché ora potete permettervi di uscire, ecc ecc non ne vogliate un secondo perché finalmente state bene. Ecco, questa è la mia situazione e sinceramente non credo di uscirne...perché sto troppo bene così :-P

lunedì 18 agosto 2008

La battuta è d'obbligo...



...così gliela buttano al culo agli altri servizi segreti! (scusate, ma me l'avete servita su un piatto d'argento hihi)

sabato 16 agosto 2008

Canova alla corte degli Zar


Oggi, vista la bella giornata di sole non esageratamente calda, ho preso la mia Nikon e mi sono diretta a Milano con l'intenzione di fare alcune foto e di andare a vedere una mostra a Palazzo Reale.
Corso Buenos Aires e Corso Venezia erano deserte: uno spettacolo. Altrettanto non si poteva dire di piazza Duomo (sulla sua facciata per la prima volta - incredibile - ho visto un rosone che sarà il mio prossimo tatuaggio. Devo farci la foto perché non ne trovo online), piena di turisti e non, a fare shopping soprattutto.
"Canova alla corte degli Zar" è ovviamente un titolo ingannevole: non ci sono solo sculture dell'artista veneto, ma sicuramente è il nome più importante e che richiama più gente. Sono rimasta molto colpita dalla "Danzatrice con le mani sui fianchi", adagiata su un piedistallo girevole. Mi son venuti i brividi, seduta sulla panchina, a guardare questo spettacolo di drappeggi di marmo con una colonna sonora adattissima. Del Canova è stupenda anche "Le tre Grazie", unica statua ad avere una sala tutta per sé. Questa mostra, però, mi ha permesso di conoscere altri due scultori di cui non sapevo nulla in assoluto. Sono rimasta a bocca aperta quando ho visto quanto sono belle "La ninfa dello scorpione" di Lorenzo Bartolini, "Psiche svenuta" di Pietro Tenerani e "Venere che esce da una conchiglia" di Carlo Finelli. "Flora" di Pietro Tenerani e "Zefiro" di Luigi
Bienaimè sono, poi, uno di fronte all'altra agli estremi di una sala: sembrano due statue fatte apposta per stare insieme (in effetti nella mitologia greca, Zefiro e Flora erano amanti).
Insomma, un biglietto intero da 9.00 Euro che sono spesi bene (e se lo dico io che non bazzico nei musei tutti i giorni, vuol dire che è vero). La mostra chiude il 24 agosto!

Mentre compravo un paio di cartoline ed un segnalibro a ricordo del tutto, ho anche incontrato una ragazza del lab: lei era appena uscita dall'allestimento di Peter Greenaway sull'Ultima cena di Leonardo. Ne era così entusiasta che mi ha convinta ad andarci...

Da oggi mi sento meno sola...


Corriere.it: "L'estate dei divieti: no agli zoccoli a Capri". I miei amici lo sanno da anni ormai che ci sono due cose al mondo che mi fanno proprio uscire di testa: gli zoccoli di legno ai piedi degli uomini ed i carrellini della spesa delle nonne. Sono due cose che risvegliano il mio istinto animale. Sono, quindi, felice di sapere che Capri ha un sindaco che mi capisce e ho deciso che dall'anno prossimo andrò al mare esclusivamente lì. Ora piango dalla felicità :-D

Certo, però, che ce ne sono di divieti assurdi...
A Bologna invece c'è chi detta legge sui piercing, vietati «su parti anatomiche le cui funzionalità potrebbero essere compromesse: e cosa gliene importa al sindaco che la funzionalità di quelle parti anatomiche vada compromessa, scusa?? Mica si parla del suo pisello...

CABINA - Non si può cucinare all'interno delle cabine da spiaggia. Il pranzo fai-da-te può costare fino a mille euro di multa: se han fatto questa ordinanza vuol dire che c'è chi lo fa. Qualcuno mi spieghi come si fa, perché io - nella cabina - riuscivo a malapena a cambiarmi e non senza sforzi!

Vietato vendere cibi crudi, nel periodo compreso tra il primo giugno e il 30 settembre, in Emilia Romagna.: ragazzi, tocca cuocere la frutta ed il prosciutto crudo! :-D Più che altro, come faranno i ristoranti giapponesi a servire sushi e sashimi ora?

...mah...

giovedì 14 agosto 2008

Non invitatelo mai a pranzo!



La prima cosa che mi è venuta in mente leggendo questo è stata: ma quanto caga sto qua?? E poi subito a seguire: cipolle a colazione? E la sua ragazza non gli dice niente? Per quanto riguarda le 3 uova a colazione, mi ricordo che nel mio breve soggiorno a Londra al terzo giorno di English breakfast ho chiesto non mi venisse servito l'uovo una volta tanto perché avevo una pancia stile mongolfiera (sorvoliamo sul fatto che il giorno seguente me ne abbiano date DUE a colazione, come se dovessi recuperare e mi fossi sciupata nel frattempo); quindi pensare a tre uova a colazione tutti i giorni mi fa venire il colesterolo.
Una cosa è certa, caro Phelps, sarai pure un campione, ma io a casa mia non ti invito a pranzo o a cena (nemmeno a colazione, va'...).

P.S.: Secondo me i suoi genitori han la casa piena di cose vinte coi punti del supermercato...E quando gli han dato la prima medaglia d'oro, l'ha morsa e ha detto: "Uffa, ma non è cioccolata!", hihi

E la testa dov'è?


Ieri sera prendo la mia borsettina e decido di buttare un po' di roba inutile (scontrini vari ecc). Nel pattume finisce un biglietto del treno insieme a tante altre cose. Stamattina, esco di casa, prendo l'ascensore, guardo nella borsetta: uscita dal lavoro mi toccherà andare in stazione per il cambio di un biglietto ferroviario, quindi controllo che ci sia. Ok, c'è a posto. Richiudo la borsetta. Hey, però...aspetta un attimo...Dove cazzo è il mio abbonamento mensile? Mumble...mumble...Arrivo al pianoterra. OH CAZZO NOOOOO L'HO BUTTATO NEL PATTUME DELLA CARTA!!!CAZZOCAZZOCAZZO!!! Pigio il pulsante 2 dell'ascensore, apro la porta di casa e mi precipito in cucina a rovistare nel sacchetto della carta. Uff, c'è: meno male...Sì, però che testa c'ho?!?!

martedì 12 agosto 2008

Potrebbe esser peggio...potrebbe piovere (cit)


Mi reputo una persona piuttosto fortunata e nella mia fortuna ho che la sfiga solitamente mi capita tutta insieme per poi ricomparire un tot dopo.
Ieri sera è stato il culmine della sfiga per questo mese (o almeno così spero). Esco alle 17,06 per andare in stazione a comprare l'abbonamento e ritirare un biglietto ES prenotato. Becco il pullman poco dopo e mi dico: "Uà che culo!". Arrivo in metro e aspetto il treno. Quello non arriva subito ("Vabbè, ma è agosto, è normale", mi dico). Dopo 5 minuti, finalmente arriva, salgo su e alla seconda fermata il trenino si ferma: tra i denti mi dico un "te pareva, che cazzo sono uscita presto a fare, grrr". Siam stati fermi abbastanza da poter sbuffare almeno una volta, ma in modo contenuto perché dopo tutto sono Zen e a casa non c'è nessuno ad aspettarmi, quindi chemmefrega. Arrivo a Lambrate e faccio la fila al self service per il biglietto ES da ritirare: è il mio turno, scelgo l'opzione "Biglietteria Online" e...fanculo, accetta solo contanti ed io ho solo il bancomat. Vabbuò, mi sposto al self service accanto dove per fortuna c'è una fila miserrima: una sola persona. Prendo il biglietto (yeaah) e vado a fare l'ennesima fila, stavolta allo sportello per l'abbonamento. Lì la fila è di una decina di persone: perdo tutti i treni possibili per casa (anche quelli che partivano in provvidenziale ritardo. Provvidenziale per gli altri, ovvio) e mi tocca aspettare una mezz'ora buona. Decido di passarla in libreria, quel posto di perdizione pieno di volumi che io comprerei al volo spendendo una fortuna. Infatti ne compro tre...Il primo treno utile ha 25 minuti di ritardo (annamo bene...) e così decido di prendere quello delle 18:40: il cielo diventa sempre più nero e il diluvio universale è in agguato, speriamo di farcela. Salgo al volo. Arriva un sms del mio capo: il suo volo Washington-Boston è in ritardo e mi chiede di contattare l'AirOne visto che ha la coincidenza per l'Italia da Boston e rischia di perderlo. Peccato che io sia in treno e non sappia STRANAMENT a memoria il numero di call center della compagnia aerea. Così chiamo tutti quelli che secondo me hanno un pc davanti in quel momento, incluso Luca che poverino stava dormendo (scusa!). Alla fine recupero il numero e provo a chiamare, ma al secondo squillo il sistema mi butta giù. Dopo una ventina di minuti ed una fermata del treno in mezzo alla campagna arrivo a destinazione e appena metto piede per terra PIOVE. E vai con un bel 7 minuti circa sotto l'acqua. Sono così arrivata a casa da dove ho deciso di non uscire più fino al mattino successivo: strategia perfetta direi, visto che le sfighe son finite lì (e meno male cazzarola).

lunedì 11 agosto 2008

Ferie (andate)


Il lungo silenzio è stato ovviamente dovuto alle ferie e alla loro preparazione. Le ferie di per sé in realtà sono durate solo 10 giorni ed è stato un piccolo Giro d'Italia tra l'Umbria ed il Lazio.
Ho passato tre notti in un agriturismo stupendo che consiglio a tutti quelli che senza cellulare non si sentono persi (perché lì non c'è campo): l'Ara Bandita. I suoi proprietari, Angelo e Fernanda, sono delle persone squisite. Ogni venerdì nel loro agriturismo si tengono delle lezioni di tango e gli allievi, prima di imparare, banchettano delle delizie preparate da Fernanda. Ballare il tango in mezzo alla natura: che fantastica idea!
Abbiamo visitato Gubbio, Città di Castello, Umbertide, Gualdo Tadino e Nocera Umbra (i danni del terremoto di dieci anni fa lasciano ancora oggi il segno...) e Città della Pieve. Il cibo umbro è a dir poco celestiale (ho riportato del ciauscolo. Se vi trovate a Gubbio fate un salto a "La buca del tartufo", un negozietto a conduzione famigliare che vende specialità della zona: un vero piccolo tesoro gustoso e poi le proprietarie - mamma e figlia - sono simpaticissime): peccato che faccia ingrassare eh eh
Lunedì scorso puntata a casa dei miei: non ho riposato molto, purtroppo, tra afa insopportabile e zanzare che evidentemente erano contente dell'arrivo di sangue "fresco".
Venerdì sono venuti Godai e Serenity a trovarmi e han dato un passaggio a me e Manu. Il weekend romano è stato molto piacevole: sosta allo zozzone di turno (panino co' a cipolla), giretto a Trastevere e catapultamento al centro commerciale Euroma2, una delle cose più pacchiane che io abbia mai visto in via mia...C'è un ristorante giapponese decente, però, per essere dentro quel robo. Domenica mattina, ritorno a casa con un bel treno "Alta velocità" che sarà pure veloce (in realtà ci mette sempre 4h e 30'), ma ha fatto un ritardo di 34 min (evvai col bonus!).
Andare via da Roma mi lascia sempre un po' di tristezza nel cuore, sia perché ci sono amici a cui voglio molto bene, sia perché è una delle città dove mi son trovata meglio fino ad oggi...Quest'anno vorrei andarci più spesso: vorrei soprattutto viaggiare più spesso. E direi che parto bene, visto che a fine mese vado un weekend a Budapest dopo il quale mi aspetta una settimana al mare :-)